Intanto oggi parliamo di competizione.
Questo post infatti partecipa al blogstorming di genitoricrescono (http://genitoricrescono.com/blogstorming/)
Per quanto riguarda la competizione tra me e gli altri genitori: in parole povere....non fa per me. Non sono una persona competitiva nel senso di colei che vuole sempre primeggiare....sempre e comunque....e a qualunque costo. Il dialogo con altri genitori (e in generale con chiunque) mi serve solo per trarre dei suggerimenti da apportare al mio modo di essere e di comportarmi. Quando parlo con qualcuno, se dice cose interessanti mi viene spontaneo pensare: "ah vedi, forte sta cosa...." e cerco di farla mia adattandola a me e alla mia realtà. Allo stesso modo osservando gli altri con i loro comportamenti e modi di fare cerco di far mio tutto ciò che mi piace e che a me manca. Ad esempio: non sono una persona diplomatica e spesso ciò mi crea dei problemi, sono troppo sincera e diretta....e cerco di imparare dagli altri che invece hanno questa dote come esprimere il mio pensiero in maniera più pacata e inoffensiva possibile
A mio figlio cosa insegno? Due aneddoti tutti per voi....
Il primo giorno di scuola della I elementare, in macchina mio figlio mi dice: "Mamma, voglio prendere tutti 10" . Ed io "Bravo tesoro, ma devi impegnarti e studiare. Solo cosi potrai avere ottimi risultati". "Ok, mamma"
Qualche giorno fa in macchina (io e mio figlio chiacchieriamo tanto....o cantiamo in macchina!!!), mio figlio mi dice: "Mamma, ma ti sembra giusto che un bimbo più monello di me...ha voti più alti di me???" Ed io: "Tesoro, non devi guardare gli altri, tu devi essere soddisfatto di te a prescindere da quello che fanno gli altri. Tu devi solo chiederti: posso fare qualcosa in più per avere voti più alti? se la risposta è si...allora studia di più e vedrai che raggiungerai voti più alti"
Questi due episodi (realmente accaduti!!!) rappresentano un pò quello che cerco di insegnargli:
che nella vita bisogna impegnarsi per raggiungere dei risultati ma che non bisogna guardare gli altri....l'importante è essere soddisfatti di se stessi!!!
Se la si vive male la competizione può diventare fonte di stress, di insicurezza, di insoddisfazione....non essere abituati a perdere o anche solo ad arrivare tra i primi ma non per primo può causare forte amarezza....e non voglio che mio figlio viva queste sensazioni che non credo siano ne positive ne tanto meno utili.
Lui in genere è il classico "rosicone".... quello che non ci sta a perdere....quando giochiamo insieme, infatti, prima di iniziare gli dico sempre: "Però non ti arrabiare se perdi" e lui "Ok mamma"....e mentre giochiamo lo vedo che si impegna...sia per vincere....che per "non rosicare"!!!
Infine, ci sono sport che meglio di altri aiutano....il rugby ad esempio. Mio figlio gioca a rugby da quando ha 4 anni e mezzo. Questo sport lo ha aiutato molto e lo sta aiutando ancora a giocare per divertirsi e se vince anche ben venga. Gli sta insegnando che se vince non è solo merito suo...ma (più o meno) di tutta la squadra. Certo è che in una squadra alcuni sono bravi, altri bravissimi ed altri meno. E' giusto che ogni bambino sia consapevole del proprio contributo e se è bravo è giusto che gli venga detto....ma senza che ciò lo porti a vantarsi eccessivamente soprattutto verso chi è meno bravo. Mio figlio è molto bravo a rugby...a detta degli allenatori e degli altri genitori ed io lo elogio per questo...perché bisogna anche riconoscere i meriti. Il rugby, a differenza di altri sport, gli sta insegnando a complimentarsi con tutti gli altri bimbi a fine partita. La trovo una cosa....meravigliosa.
Insomma scusate se ho divagato un pò....ma quando parlo di mio figlio....non mi fermo più!!!!!
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Moonlitgirl