21 novembre 2012

Il sonno dei bambini, vari metodi e il libro "Fate la nanna"

Da fine settembre ho ricominciato a lavorare e Pallottolino è stato affidato ai nonni, sia paterni che materni (santi nonni!!!). Forse il fatto di passare per troppe "mani", troppi teste e troppi metodi, a volte anche contrastanti tra loro, gli hanno fatto perdere le buone abitudini tra cui addormentarsi buono buono nel suo lettino. Forse ha contribuito anche il nostro desiderio (più mio che di Miro) di tenerlo stretto stretto tra le braccia a coccolarlo, a baciarlo. 
Fatto sta che ora quando lo mettiamo nel lettino per la nanna...inizia a piangere disperato!!!
E cosi, considerando anche il peso (siamo già a quasi 9 kg!!), diventa sempre più problematico il momento della nanna, soprattutto quelli diurno.






E cosi l'ho fatto: si, ho letto il tanto contestato libro Fate la nanna di Eduard Estivill e Sylvia de Béjar. 





Questo metodo, che a breve vi sintetizzerò, è utile per insegnare ai nostri figli ad addormentarsi da soli e per permettergli un sonno duraturo ovvero senza risvegli notturni.
Gli autori sostengono che è necessaria una sola settimana di questo metodo per insegnare ai nostri figli ad addormentarsi da soli.

Ecco come fare:
Innanzitutto è necessario eliminare quegli aiuti esterni che richiedono la nostra presenza, quali cullare il bimbo nel lettino, cantargli la ninna nanna, dargli il biberon. 
Nel rituale che ci viene illustrato è bene, invece, legare il momento della nanna ad alcuni oggetti esterni, cari al nostro bebè o che diventino tali, come il succhiotto, un pupazzo, una copertina.

Al momento di metterlo nel lettino ripetere con ritualità sempre la stessa frase, detta con calma e dolcezza, una frase del tipo "fai una buona nanna amore della mamma", cosicché il bimbo pian piano associ quella frase alla nanna.

E fin qui tutto condivisibile, giusto?

Andiamo avanti: il bimbo viene messo nel lettino, gli vengono dati i suoi oggetti della nanna, gli viene detta la frase "magica"....ma il bimbo piange. Che fare?
Con voce calma e dolce gli viene ripetuto che quello è il momento della nanna. E poi? 
E poi il genitore esce dalla stanza.....mentre il bimbo continua a piangere. E poi?
E poi a intervalli prestabiliti  e secondo una tabella fornita dagli autori del libro, il genitore rientra nella stanza, con voce calma e dolce cerca di tranquillizzare il bimbo dopodiché esce nuovamente dalla stanza per tornare dopo il tempo prestabilito....finché il bimbo non si addormenta da solo.

Perché tornare nella cameretta quando il bimbo piange? Per infondergli fiducia: il concetto di base è che il bimbo non deve sentirsi abbandonato, per questo il genitore deve tornare nella cameretta, ma senza fare niente per zittirlo o per indurlo a dormire....fino a che non si addormenta da solo.

Quali sono i tempi per rientrare nella cameretta?
Il primo giorno  si aspetta 1 minuto la prima volta, se il bimbo continua a piangere si torna dopo 3 minuti, poi dopo ogni 5.
Il secondo giorno si aspetta 3 minuti la prima volta, se il bimbo continua a piangere si torna dopo 5 minuti, poi dopo ogni 5.
Insomma il 7 giorno, ovvero quello del trionfo del genitore sul bimbo.....si torna dopo 13 minuti la prima volta, dopo 15 la seconda e poi ogni 17 minuti....fino a che non si addormenta da solo.

E secondo voi io lascio mio figlio piangere 17 minuti????

Ma siamo matti?????

NO, NO, NO questo metodo io non lo adotto....dite quello che volete...piuttosto mi faccio venire il mal di schiena...

Sono andata allora a riprendere in mano il libro che avevo recensito qualche tempo fa  Il linguaggio segreto dei neonati di Tracy Hogg.
L'autrice ci consiglia una altro metodo più dolce: prendere il bimbo che piange dopo essere stato adagiato nel suo lettino, calmarlo e rimetterlo nel suo lettino. Ripetere questa operazione finché non si addormenta. Tracy Holgg sostiene che la prima notte si può compiere questo rito anche 100 volte, ma ci assicura che già la seconda notte le cose miglioreranno.

Questo è il metodo che ho deciso di adottare per aiutare il sonno di Pallottolino.

Se un bambino ha difficoltà nell’addormentarsi, piange, fa i capricci dovrete essere pazienti e ignorare tutto ciò che fa. E’ la mancanza di reazione che dà al bambino la chiara idea che deve adeguarsi a ciò che è meglio per lui (ossia dormire). Se lo prenderete in braccio, lo supplicherete, vi metterete a giocare con lui il momento della nanna potrebbe diventare infinito e stancante. Se scende dal letto dovrete prenderlo in braccio e rimetterlo sotto le coperte. E’ possibile che dovrete ripetere tale gesto per molte volte, finché non sarà esausto. (tratto da /www.psicoterapiapsicologia.it)

Vi lascio inoltre alcuni link utili ad articoli che parlano del sonno dei bambini:

/www.psicoterapiapsicologia.it
Il sonno dei bambini e le preoccupazioni dei genitori
d.repubblica.it

Moonlitgirl

4 commenti:

  1. Ciao! io ho usato il metodo Fai la nanna senza lacrime di Elisabeth Pantley!

    avevo letto il libro di Tracy Hogg, fantastico sotto tanti punti di vista ma per la nanna ho trovato migliore il metodo Pantley!

    http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__fai-la-nanna-senza-lacrime.php

    è tipo il metodo hogg però più strutturato!
    fammi sapere!

    baci
    Cinzia

    RispondiElimina
  2. Grazie!!! Non lo conosco ma lo prendo oggi stesso!!! Poi ti farò sapere.
    A presto!!!

    RispondiElimina
  3. Cinzia ho seguito il tuo consiglio: l'ho preso!!!!
    Ti farò sapere appena lo leggo
    Grazie

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono contenta! Vedrai ti sentirai capita rileggerai le tue frustrazioni... Ma ne uscirai vincente! Emma ora molto spesso si addormenta da sola ed è un grande traguardo per visto che con Sofia dovevo starle a fianco e aspettare che si addormentasse fino a 1 mese fa!!!! Baci

      Elimina

Grazie!!! Il tuo passaggio sulla Luna è stato registrato!!!

Moonlitgirl